Partiamo da un qualcosa di semplice, che tutti conosciamo: l'abbraccio!
Nell'abbraccio produciamo ossitocina, chiamato anche "ormone dell'amore".
Fino a poco tempo fa, dal 1648 in poi (quando il medico inglese William Harvey affermò che il cuore è solo una pompa di sangue), si pensava che il cuore, tanto famoso nella cultura popolare, fosse, appunto, soltanto un'organo che pompava sangue al cervello, che invece era l'organo che definiva carattere ed emozioni.
Oggi, dopo innumerevoli trapianti di cuore, (il primo avvenne nel 1967, ad opera del medico sudafricano Christian Barnard), si è cominciato a verificare un fenomeno singolare: i trapiantati si sentono cambiati, diversi, come se avessero nuovi desideri e persino nuovi pensieri. Da allora molta strada ha fatto la ricerca, si è cominciato a pensare che il cuore avesse una sua memoria. Difatti il cuore ha dei recettori per le sostanze inviate dal cervello ma invia a sua volta sostante al Sistema Nervoso Centrale, autonomamente. Cioè, quando proviamo un'emozione prima aumenta il battito cardiaco, poi il cervello la classifica come rabbia, paura, amore ecc. solo poi!!!
Vi dirò di più, anche l'intestino possiede un suo sistema nervoso autonomo. La ricerca in ambito di memoria cellulare sta andando avanti a pieno ritmo.
Quindi dov'è la coscienza??? E' sempre più chiaro che non basta il cervello (che sicuramente è importante) a definire ciò che siamo.
Da queste letture e riflessioni, sono scaturite altre riflessioni in me (e in altri studiosi di psicosomatica):
Se l'abbraccio fa produrre l'ormone della felicità - ma non tutti gli abbracci, quelli col "cuore" appunto, sentiti da entrambi i lati - una carenza nella comunicazione corporea e affettiva nel bambino, cioè, un abbraccio non "sentito" non "richiesto" o al contrario niente abbracci quando il piccolo aveva voglia ed era pronto per questo può essere tra i fattori all'origine di una serie di patologie, tra cui un ampio DISTURBO NARCISISTICO.
Già Taylor, (psicosomatista eccelso) sosteneva che la madre o il care giver fungeva da "psico-bio-regolatore", in altre parole regolava le emozioni e la biologia del piccolo, e che i bambini precocemente istituzionalizzati arrivavano anche ad ammalarsi gravemente e morire (vedi ricerche di Spitz). Quindi narcisisti figli di narcisisti. Chi rompe la catena?
Quindi ci risiamo: nel mondo la felicità sta tutta nella "connessione". Si, perché la mamma si deve "connettere" col bambino, e viceversa, devono "sentirsi" e così gli adulti. plug: connettersi.
E come fa il nostro amico NARCISITA a connettersi con gli altri se con lui non si è, precocemente, connesso nessuno???
Beh, povero, mi viene da dire.
Avevo già notato, che la Gestalt, insieme ad un approccio corporeo Bioenergetico, ad intuito, risolvevano molto meglio alcune patologie abbastanza gravi. Il corpo, con esercizi appropriati, in un setting terapeutico giusto e con il terapeuta "connesso" può velocizzare di molto certi processi, e dare ciò che una terapia "verbale" tradizionale da sola non potrà mai dare. O forse ci vorrebbero anni e anni per arrivare ad un abbozzo di risultato che un insieme di tecniche appropriate da in poco tempo. A volte, noto dei risultati quasi immediati dopo una seduta. Certo, da rinforzare con appropriati interventi "verbali" successivi e anche lunghi, che permettono di elaborare e "fissare" il cambiamento. A volte non si è pronti e un cambiamento troppo rapido può scioccare. In questo noi, psicoterapeuti, dobbiamo essere "connessi".
Bene, allora buona terapia, buon corpo, e buon abbraccio a tutti.
Deborah
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento se vuoi, per gli altri e per me. Grazie