lunedì 16 dicembre 2013

maschio moderno in transizione

Che il maschio moderno abbia problemi di identita' appare ormai chiaro. Molto si dibatte sui possibili motivi, il cambio dei ruoli, il femmismo, ecc. Oggi riflettevo sul coraggio, e forse ne vale la pena. Visto che non ne ho letto molto finora.
Nei tempi antichi il coraggio che si richiedeva al maschio di uomo era quello di imbracciare la spada e difendere la donna amata, il villaggio, cacciare o combattere il nemico.  In tutti i casi lo faceva con la spada o qualche altro oggetto contundente simile. Oggi questo rischioso compito non e' più richiesto. Ma non si deve riposare sugli allori. Al maschietto moderno e' riiesto un coraggio a noi molto congeniale, quello di mettersi in gioco e in discussione. Capire i propri errori, ascoltarci e ascoltarsi,  in questo siamo chiaramente avvantaggiate, noi femminucce. Lo facciamo da millenni. Lo dovevamo fare. Sara' per questo che vedo tanto squilibrio tra uomini e donne. Poveri, non e' colpa loro. Sono cicli storici. Ora dobbiamo passare dalla spada alla 'sedia' ,
buona riflessione cari maschietti.

lunedì 9 dicembre 2013

COSTELLAZIONI FAMILIARI

PSICOLOGIA - SALUTE E BENESSERE: COSTELLAZIONI FAMILIARI: COSTELLAZIONI FAMILIARI MER 18 DICEMBRE ORA 19:00 VIA AMMANNATI 4 - PARIOLI ROMA prenotazioni deborahtrinchi.psicologia@hotmail.com ...

domenica 8 dicembre 2013

MANDELA DAY

PSICOLOGIA - SALUTE E BENESSERE: MANDELA DAY: http://www.youtube.com/watch?v=mnHvgujwks8&feature=share  Tutte le organizzazioni che hanno usato la violenza per cercare la pace, ...

venerdì 6 dicembre 2013

CLARA CAMPOAMOR - storia di una rivoluzione

E' passato poco tempo, meno di un secolo, da quando alle donne è stato dato uguale diritto rispetto agli uomini, quello di votare. In Italia è stato raggiunto il suffragio universale solo nel 1945. E da allora non è cambiato poco, è cambiato tutto. Negli anni venti e trenta del secolo scorso, in tutto il mondo migliaia di suffraggette si mobilitavano per il diritto di voto, in Spagna è bastata una sola donna: Clara Campoamor.
Lei coraggiosa e unica in Parlamento (Vittoria Kent, l'altra parlamentare tradì all'ultimo momento votando contro il suffragio femminile) a Madrid, attraverso una lotta estenuante si battè per i diritti umani. Umanista, non femminista si definiva. Il 1931 in Spagna, grazie a lei la metà degli esseri umani ha uguali diritti. Come NELSON MANDELA, anche CLARA CAMPOAMOR è un'eroina. Strano, in tutte le lotte si parla di minoranze. Ma i neri sono la maggior parte degli esseri umani per numero, dopo gli asiatici (che bianchi non sono) e le donne sono più della metà degli esseri umani, e le chiamano minoranze? buffo.
Da quanto tempo hanno cercato di relegarci solo al ruolo di mogli e madri. E quante di noi oggi credono che ostentando un atteggiamento mascolino, inteso come senza grazia, siano più forti, e quante ostentano una sessuaità esagerata, pensando di essere libere, quando si propongono come oggetti, e non soggetti, sessuali.
FEMMINILITÀ, DOLCEZZA, SENSIBILITÀ, ACCOGLIENZA, sono doti non difetti. E siamo forti anche per questo. Nel mondo c'è posto per tutti.

domenica 24 novembre 2013

5 dicembre. prenota ora

COSTELLAZIONI FAMILIARI
GIOVEDÌ 5 DICEMBRE h. 17:00-20:00
via Bartolomeo Ammannati, 4 – Parioli – Roma
prenota il tuo posto

deborahtrinchi.psicologia@hotmail.com



SEI SICURO CHE STAI SCEGLIENDO LA TUA VITA?

Spesso la nostra vita viene condizionata da emozioni e destini non realmente nostri ma che scaturiscono da nodi irrisolti della propria famiglia di origine, a volte sepolti da generazioni, ma che hanno il potere di condizionare le nostre scelte
Le costellazioni familiari ti permettono di sciogliere questi nodi, di svelare e sfatare miti, segreti e mandati e riappropriarti della tua vita per perseguire e realizzare i tuoi obiettivi.


Il gruppo sarà condotto da due Psicologhe e Psicoterapeute


Dott.ssa Rosa Ciniglio - Dott.ssa Deborah Trinchi –

A numero chiuso.

Per prenotazioni telefonare a 377.2534036 339.3495068

mercoledì 13 novembre 2013

LE LACRIME

Le lacrime non sono segno di debolezza, ma di forza. Sono messaggeri di un amore e di un dolore non esprimibili a parole.
Le lacrime sono vittoria e non c'è vergogna in una vittoria degna.
Le lacrime sono verità. E la verità è bella anche quando è brutta; la verità dei bambini e dei pazzi. La verità ci da la sensazione di esistere.
La verità con noi stessi o gridata al mondo, non fa niente. E' colei che ci traghetta su un'altra riva, quella della vita vissuta, che trascina via la sensazione di vuoto e di morte.
Non possiamo avere paura di ciò che ci rende umani e vivi.

Si alle lacrime di gioia, d'amore, di perdono, di pentimento, di rabbia.

"Se non ridiventerete come bambini non entrerete nel regno di Dio"

venerdì 8 novembre 2013

LA CRUDELTA' - Desaparecidos -

Stasera mi sento profondamente scossa, dopo aver visto il film "Cronaca di una fuga" di Israle Adriàn Caetano, del 2006, tratto dal libro Paese libre, fuga de la Mansion  Seré, di uno dei sopravvissuti alla fuga dalla Mansion Seré, Claudio Tamburini. Era la casa dove venivano sequestrati, torturati e poi fatti scomparire i "presunti" dissidenti argentini, dal 1976 al 1978, i desaparecidos.
Mentre lo guardavo ho provato quel solito orrore che sento davanti alla tortura, come l'avessi provata sulla mia stessa pelle. Poi c'era anche un'altra emozione, oltre allo sdegno e alla rabbia: la vergogna. Mi vergognavo per loro. Per le vittime umiliate, ma anche per gli aguzzini. Mi chiedevo che cosa può spingere l'essere umano a compiere atti così brutali contro un'altro essere umano, contravvenendo al normale istinto di empatia, innato.
Frustrazione? Paura? Forse l'immensa rabbia che viene dall'idea di sentirsi miseri e oscuri di fronte al mondo? O solo crudeltà? Quest'ultima mi sembra troppo semplicistica. Lentamente la mia vergogna si è tramutata in qualcos'altro: compassione, non solo per le vittime come era all'inizio, ma per i carnefici. Queste persone quando sono in strada non vedono il sole, o meglio, lo vedono, ma non riescono a scorgerne la bellezza, a sentirne realmente il calore. Queste persone sono talmente schiave e vittime della violenza che praticano che non possono apprezzare la bellezza, la bontà, la poesia, l'amore. Praticamente queste persone non vivono, sono zombie che camminano, sono già morte. Dei vivi che uccidono, che sono essi stessi già morti. Che paradosso. Se non fosse agghiacciante mi verrebbe da sorridere. Quest'ultima sensazione mi ha portato a desiderare e chiedere, ardentemente e ferocemente un mondo migliore dove non esistano queste persone. La cattiveria è una malattia, gravissima. Ha il potere di togliere la vita a chi la prova, di trasformare in zombie.
La cattiveria è una malattia dell'anima.
Ma forse il mondo non ha dimenticato ancora, forse c'è speranza di imparare dall'esperienza, che quello che si fa, torna.
p.s.Tutti i 5 fuggiaschi sono vivi e hanno testimoniato nel 1985 al processo contro I Militari e la Polizia Segreta. Sono passati pochissimi anni da allora.

domenica 3 novembre 2013

IL COPIONE

Facciamo le stesse cose, viviamo e ad un certo punto ci rendiamo conto che seguiamo uno schema, inconsapevole, e terribilmente uguale. Ci imbattiamo nelle stesse circostanze, incontriamo lo stesso tipo di persone. Ad un certo punto, ci fermiamo a guardare e ci accorgiamo che, senza saperlo, abbiamo sempre seguito un copione. Perché?
Freud la chiamava coazione a ripetere. Un meccanismo, inconscio, che ci costringe a girare la stessa scena più e più volte....senza quasi varianti, La ripetiamo con il disperato tentativo di cambiare qualcosa, di controllare quello che ci è successo, il modello che ci hanno insegnato, o quel copione che qualcun altro ha girato con noi.
Ora fermati un attimo, guarda indietro, e percepisci qual'è il tuo.
Sarà il primo passo per tirar fuori dal cassetto dell'inconsapevolezza quello che ti spinge a fare qualcosa di cui nemmeno ti rendi conto.
Siamo delle scatole cinesi, una dentro l'altra, sempre più dentro. E quando crediamo di conoscerci ci ritroviamo dentro un'altra scatola.
Abbiamo scelta? Certo. Con pazienza possiamo aprirle tutte o quasi. Se non ce la facciamo da soli non esitiamo e intraprendere un percorso terapeutico conoscitivo. No, non sto tirando l'acqua al mio mulino, lo penso davvero. Essere più felici e poter scegliere, è meglio!

mercoledì 30 ottobre 2013

LA VOLONTA'



Siamo in un mondo strano, tutti viviamo azzannandoci, come se fosse per l'ultimo pezzo di carne. Perché sei in guerra? Te lo sei mai chiesto?
Dov'è la volontà? La forza che ci permette di superare nostri bassi istinti. Tutti abbiamo degli impulsi, ciò non significa che dobbiamo seguirli tutti.
E' possibile non farlo. forse ci hanno insegnato che non si può resistere.
La volontà di guardare l'altro in faccia e non in cagnesco, di dividere il disagio con lui senza incolparlo per questo, di non dire "non entrate" a quelli che stanno cercando di entrare nella metro, che si è appena svuotata.
La volontà di superarsi, di guardare il prossimo con benevolenza, sapendo che sta nella nostra stessa barca.
Siamo dei sopravvissuti. Quando iniziamo a vivere?
Quando non ci sentiremo più in guerra ma saremo lieti di sacrificare metà del nostro spazio-aria-panino-giornale-risata-parcheggio, anche con chi ci sta vicino.
sacrificio e volontà sono parole per uomini e donne adulti, non per bambini o uomini delle caverne.
"fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza" Dante Alighieri, Inferno, Divina Commedia

mercoledì 23 ottobre 2013

IL CUORE HA UN CERVELLO?

Partiamo da un qualcosa di semplice, che tutti conosciamo: l'abbraccio!
Nell'abbraccio produciamo ossitocina, chiamato anche "ormone dell'amore".
Fino a poco tempo fa, dal 1648 in poi (quando il medico inglese William Harvey affermò che il cuore è solo una pompa di sangue), si pensava che il cuore, tanto famoso nella cultura popolare, fosse, appunto, soltanto un'organo che pompava sangue al cervello, che invece era l'organo che definiva carattere ed emozioni.
Oggi, dopo innumerevoli trapianti di cuore, (il primo avvenne nel 1967, ad opera del medico sudafricano Christian Barnard), si è cominciato a verificare un fenomeno singolare: i trapiantati si sentono cambiati, diversi, come se avessero nuovi desideri e persino nuovi pensieri. Da allora molta strada ha fatto la ricerca, si è cominciato a pensare che il cuore avesse una sua memoria. Difatti il cuore ha dei recettori per le sostanze inviate dal cervello ma invia a sua volta sostante al Sistema Nervoso Centrale, autonomamente.  Cioè, quando proviamo un'emozione prima aumenta il battito cardiaco, poi il cervello la classifica come rabbia, paura, amore ecc. solo poi!!!
Vi dirò di più, anche l'intestino possiede un suo sistema nervoso autonomo. La ricerca in ambito di memoria cellulare sta andando avanti a pieno ritmo.
Quindi dov'è la coscienza??? E' sempre più chiaro che non basta il cervello (che sicuramente è importante) a definire ciò che siamo.
Da queste letture e riflessioni, sono scaturite altre riflessioni in me (e in altri studiosi di psicosomatica):
Se l'abbraccio fa produrre l'ormone della felicità - ma non tutti gli abbracci, quelli col "cuore" appunto, sentiti da entrambi i lati - una carenza nella comunicazione corporea e affettiva nel bambino, cioè, un abbraccio non "sentito" non "richiesto" o al contrario niente abbracci quando il piccolo aveva voglia ed era pronto per questo può essere tra i fattori all'origine di una serie di patologie, tra cui un ampio DISTURBO NARCISISTICO.
Già Taylor, (psicosomatista eccelso) sosteneva che la madre o il care giver fungeva da "psico-bio-regolatore", in altre parole regolava le emozioni e la biologia del piccolo, e che i bambini precocemente istituzionalizzati arrivavano anche ad ammalarsi gravemente e morire (vedi ricerche di Spitz). Quindi narcisisti figli di narcisisti. Chi rompe la catena?
Quindi ci risiamo: nel mondo la felicità sta tutta nella "connessione". Si, perché la mamma si deve "connettere" col bambino, e viceversa, devono "sentirsi" e così gli adulti. plug: connettersi.
E come fa il nostro amico NARCISITA a connettersi con gli altri se con lui non si è, precocemente, connesso nessuno???
Beh, povero, mi viene da dire.
Avevo già notato, che la Gestalt, insieme ad un approccio corporeo Bioenergetico, ad intuito, risolvevano molto meglio alcune patologie abbastanza gravi. Il corpo, con esercizi appropriati, in un setting terapeutico giusto e con il terapeuta "connesso" può velocizzare di molto certi processi, e dare ciò che una terapia "verbale" tradizionale da sola non potrà mai dare. O forse ci vorrebbero anni e anni per arrivare ad un abbozzo di risultato che un insieme di tecniche appropriate da in poco tempo. A volte, noto dei risultati quasi immediati dopo una seduta. Certo, da rinforzare con appropriati interventi "verbali" successivi e anche lunghi, che permettono di elaborare e "fissare" il cambiamento.  A volte non si è pronti e un cambiamento troppo rapido può scioccare. In questo noi, psicoterapeuti, dobbiamo essere "connessi".
Bene, allora buona terapia, buon corpo, e buon abbraccio a tutti.
Deborah

venerdì 11 ottobre 2013

INCONTRO COSTELLAZIONI FAMILIARI

INCONTRO COSTELLAZIONI FAMILIARI A ROMA .
con le Dott.sse Deborah Trinchi e Rosa Ciniglio
data provvisoria giovedì 5 dicembre 2013
prenotarsi inserendo la mail in cima alla pagina del blog.
numero chiuso.

giovedì 10 ottobre 2013

DE-SIDERIO

DESIDERIO.
 Cosa desidero?
Dov'è il cuore dell'uomo, là è il suo tesoro. Afferma il Maestro.

Il desiderio incatena all'oggetto desiderato. Se desideriamo beni e cose ad esse saremo incatenati.

Se desideriamo qualcosa di immateriale, e più duraturo, per sua natura, ad esso saremo incatenati.

La parola desiderio , deriva da De-sidera, dal latino "desiderium",mancanza di stelle.
Difatti gli antichi astronomi, che guadagnavano denaro con l'osservazione degli altri e le susseguenti previsioni, quando c'era il cielo buio e coperto da nubi, senza luna, desideravano, perché non vedevano le amate, e fruttuose, stelle.
Quindi il desiderio nasce con la mancanza dell'oggetto amato.
E quando lo abbiamo in pugno?
Alcune persone hanno bisogno di desiderare ancora, qualcos'altro.
Perché?
Forse il desiderio non era reale, profondo, forse era un desiderio creato per coprirne altri di cui non siamo consapevoli. 
Allora la strada è scoprire ciò che desideriamo veramente. 
Meditiamo, in silenzio, ascoltiamo il respiro e chiediamo al nostro io più profondo che cosa realmente desideriamo, di cosa abbiamo bisogno, e forse scopriremo dov'è il nostro tesoro, chissà.
Speriamo in una notte stellata.



mercoledì 9 ottobre 2013

LA VISIONE DEL PRESENTE

La nostra visione del presente è creata da esperienze passate. Creiamo il presente in base a fatti avvenuti e impressi nella memoria. 
Il recupero dei ricordi, e il come essi influenzano la visione del presente è compito della terapia.
ma la terapia fa qualcosa di più, di molto più importante: crea una relazione nutriente, un nuovo passato, che influenza il nostro presente. un nuovo ricordo.
Per "nutriente" intendo buona per l'anima. Una relazione in cui c'è un contatto autentico, che è quello in cui le emozioni e i bisogni di entrambi vengono osservati e riconosciuti. E lo scambio si basa sulla verità, dei pensieri e dei bisogni. Non sull'attribuzione all'altro di pensieri e bisogni propri, come in molte relazioni disfunzionali. Poi il terapeuta mette gli "enzimi" in più per digerire ed elaborare insieme.

domenica 6 ottobre 2013

PSICOLOGIA - SALUTE E BENESSERE: SEI FELICE?

PSICOLOGIA - SALUTE E BENESSERE: SEI FELICE?: La vita scorre rapida, e spesso le persone non si fanno mai la domanda fondamentale: Sono felice?  Forse per paura, o che so, per abitudin...

martedì 1 ottobre 2013

TERAPIA: SCOPRITORE DI TALENTI

Il Terapeuta non è un creatore, non ha la pretesa di mettere dentro al paziente qualcosa che non c'è. Piuttosto è uno scopritore, o un talent scout, scopritore di talenti.
Chiunque voglia fare un percorso di psicoterapia può stare tranquillo sul fatto che nessuno, ma proprio nessuno è in grado di modificare con la bacchetta magica ciò che si è, di alterarne di contorni, la sostanza.
La relazione terapeutica, quella si che cambia, ma cambia entrambi, come tutte le relazioni. Insieme, con la fiducia e l'amore, si crea qualcosa che è di più della somma delle singole parti. Qualcosa di virtuoso, nobile, sano (così dovrebbe).
La terapia è un percorso allegro, verso la scoperta delle proprie "unicità", che stanno nascoste nell'inconscio, in parti inaccessibili, coperte da copioni appresi e da un'educazione che massifica.
Dal terapeuta non ci vanno i "matti", che idea vetusta e fuori moda! Ci va chi ha voglia di essere ancora più speciale, unico e consapevole. E più felice. Si, questo è l'obiettivo.
Per lo meno, a me piace lavorare così, e se non mi diverto cambio lavoro.
Il Terapeuta si può fare solo se vedi la gioia e la voglia di scoprire, al di là delle singole sofferenze, del dolore temporaneo, della nevrosi.
Questo è il modo di fare terapia mio e di tanti altri, e la GESTALT è uno stupendo strumento, insieme alla Bioenergetica, all'
Analisi Posturale, alla Teoria dei Sistemi e alla Psicosomatica, e a tante altre cose che ci sono dentro ognuno di noi, che ogni singolo paziente ci fa uscire fuori. Difatti si apprende da loro più di quanto essi stessi non sospettino. Ringrazio per 12 anni, festeggiati quest'anno, di Psicoterapia.
(Ringrazio pure la mia cara terapeuta storica, Bianca).


IL NARCISISMO SOCIALE


Vi è mai capitato di conversare con qualcuno, magari un amico, un conoscente o anche un estraneo, e provare una sensazione vaga di fastidio o di sconforto? Chiaramente si.
O magari, uscire con gli amici e passare una serata in cui si ha la percezione che tutti si siano parlati addosso e che non c'è stata una vera comunicazione? Certo che si. Non so se vi siete soffermati a riflettere sui motivi. Per farlo bisogna osservare più attentamente quello che succede.
Immaginiamo una situazione in cui tu parli e l'interlocutore ti interrompe, per dire qualcosa di suo interesse, che c'entra poco o niente con l'argomento della conversazione. Oppure, all'inverso, che l'altro parla, e tu non vedi l'ora che smetta per dire ciò che hai in mente. Non sto parlando di quelle persone logorroiche e auto-riferite in modo assolutamente evidente.
Sto parlando di qualcosa di molto più sottile, una sorta di "sfasamento" nella comunicazione tra due persone "normalissime", o in un gruppo.
Perché succede?
L'essere completamente concentrati verso i propri pensieri e bisogni, è una forma di narcisismo, talmente diffusa che ho chiamato "sociale".
Questo fenomeno di "ripiegamento verso sé stessi" porta a non entrare realmente in relazione con l'ambiente sia esso un albero, il cielo, una cioccolata calda, oppure il viso, il gesticolare o le parole del nostro interlocutore. Quest'urgenza di affermare sé stessi e i propri bisogni crea uno sfasamento nella relazione e una sensazione di vuoto quando torniamo a casa. Siamo stati in compagnia ma ci sentiamo soli. La solitudine cresce e ci ripiega ancor di più in noi stessi.
Senza addentrami nelle cause di questo
vorrei dare un piccolo consiglio: " sei di fretta? Rallenta!"
Me lo disse un medico omeopata tanti anni fa, e funziona! Rallenta, guarda chi ti sta parlando, concentrati completamente su di lui, sul suo viso, sulle sue mani, su quello che sta dicendo. Scoprirai che la comunicazione ci sarà, che tornerai a casa con un senso di pienezza e non di vuoto.
Per farlo devi uscire da te e dai tuoi pensieri assillanti.
ABDICA, per un po'. Spingiti oltre, fallo mentre lavi i piatti, entra in contatto con l'acqua, il sapone sulla pelle, esci da te, lascia che la tua mente cosciente sia presa totalmente al momento.
Il qui ed ora è pieno, il contatto riempie.

sabato 28 settembre 2013

SOGNO IL FUTURO

   
     
E' notte, tempo di sognare. E io sogno il futuro del mondo. Credo che il prossimo futuro, magari non proprio prossimo, sarà un futuro in cui le religioni, così come le intendiamo noi, non esisteranno più. In cui la fratellanza e l'amore saranno gli unici dogmi esistenti. e in cui il Dio amoroso, sarà pura energia e sapremo tutti che non gliene importerà niente se abbiamo la testa coperta da un velo, se non mangiamo durante un periodo, se non ci inginocchiamo e non raccontiamo i fatti nostri a uno che neanche conosciamo, che ci dice se siamo salvi o meno.
Sono una sognatrice. Ma che sarebbe il mondo senza sogni. Molti sogni di ieri sono realtà di domani

lunedì 23 settembre 2013

I CONFINI - VOCE NARRANTE

Lettera da una paziente....(esente da nomi, date, luoghi)

       "...Ci sono dei momenti in cui non ho voglia di fare l'amore con mio marito. Credo di vergognarmi. Non mi godo il momento, mi chiudo, come se mi stessi osservando dal di fuori, e mi chiedo se è giusto fare tale o tal'altra posizione, se sono sexy. Una voce narrante che osserva, commenta, giudica. Ha una sua opinione sul momento corrente. Questa voce, credo, viene dal bisogno spasmodico di mettere i confini, di tenerlo fuori da me. Ho bisogno di pensarmi mentre mi spoglio per uno sconosciuto per rilassarmi, eccitarmi. Certe volte scompare.Da un po' di tempo. Allora mi godo il momento con tutti i pori del mio corpo. sento che vivo intensamente, sul serio.
... Forse mi estraneo quando mi sento in colpa, per essermi legata, magari solo per aver flirtato, incoraggiato, fantasticato, con un altro uomo. Fughe, ancora fughe. PERCHÉ? ***
Sempre lo stesso motivo. CONFINI. metterli mentalmente dove fisicamente non riesco.
Proteggere un senso di me, mai del tutto definito. Evitare l'incontro troppo intenso dentro al quale mi perderei. Dove sento di spaccarmi in molti pezzi.
La voglio pure ringraziare Doc. Per avermi fatto vedere come si fa. Per avermi amato anche nelle mie ombre. E accettato senza respingermi. Per non avermi schiacciato con i suoi giudizi. 
Sto provando a riattaccare i pezzi di questo guscio d'uovo che è fuori di me e che mi fa sentire intera."




domenica 22 settembre 2013

MI SEDUCE E SCAPPA, PARTE SECONDA

Giorni fa parlavo con un amico, subito dopo aver pubblicato il post sul Narcisismo. Dal suo punto di vista, "maschile e terra terra", come lo ha definito, non sempre qualcuno che ti seduce e scappa è psicologicamente affetto da un qualche disturbo. Magari è uno che vuole solo sesso. Va bene. Allora perché ti inganna per avere solo sesso, raccontandoti, nei fatti o a parole, che sei, o forse sarai, la donna della sua vita? Seguita il mio amico: "Perché se non lo fa magari pensa che non otterrà ciò che vuole" Allora io: "Questo potrebbe non essere vero, magari lo otterrebbe lo stesso, ma il fatto che ti inganna, e che poi ti fa soffrire, e sentirti illuso/a e abbandonato\a, non lo fa star male?" E il mio amico "Forse no, persegue il suo obiettivo, forse è solo uno un po' stronzo".
...
Uno un po' stronzo?
Rifletto, e considero che uno "un po' stronzo" in psicologia non vuole dire molto.
Uno un po' stronzo finisce con il farsi male, e la sua parte sadica la punta dritta verso sé stesso, fino a diventare masochista. E, spesso, non se ne accorge nemmeno. Per anni.
Dire "un po' stronzo" è una grande semplificazione, che non può convincere noi terapeuti. Dietro nasconde solo una grande rabbia, che quando non riesce a percepire, o a sfogare sui veri destinatari, la trasmette, o proietta, verso altri, simili a questi per ruolo, o per caratteristica.
Uno "un po' stronzo" è una persona che se la guardi bene dentro gli occhi e gli chiedi, "Ma tu, sei felice?" , schiva lo sguardo imbarazzato, sorride con un ghigno e risponde "Ma che razza di domande fai".
Già perché forse questa domanda, quello "un po' stronzo" non se l'è mai veramente posta. Altrimenti non se ne andrebbe in giro lastricando il cammino di altri di pietre, sulle quali, forse, anche lui più tardi inciamperà.
La vita non fa sconti, è come la casa, che nasconde ma non ruba. Presto o tardi ti rende, con frutti, ciò che semini.
Questo un po' stronzo qui, potrebbe trovare le vere ragioni per il suo cinismo, magari radicato chissà dove, e cominciare a gettare fiori sulla strada propria e altrui. e cominciare a raccogliere frutti profumati e succosi.
Ma, direte voi, non esistono quelli che per natura sono più insensibili di altri?
Certo esistono, la vita segue le leggi di causa - effetto. Magari la cattiveria è un effetto.
Buona notte
Deb

mercoledì 18 settembre 2013

LA GELOSIA FA PARTE DELL'AMORE?

Tempo fa una persona mi ha detto che era sicura di aver amato un uomo più delle sua vita, prima di allora non aveva mai provato gelosia per nessuno, mentre per lui ne era divorata. Quindi si era convinta che prima di lui non aveva mai amato nessuno. Bene. Si lasciano, passa del tempo e lei si sposa, vuole molto bene al marito ma a volte si soprende a pensare che "l'altro amore" come lo chiama, era più forte, più passionale. Del marito, difatti, pure essendone molto attratta, non è particolarmente gelosa.
Sarà vero? Possiamo basare l'intensità dell'amore sulla gelosia? O ci sono altri fattori?
La stessa persona la rincontro tempo dopo. Mi dice che suo marito aveva avuto un incidente, e lei aveva temuto per la sua vita. Oggi sta bene, ma in quel frangente le era capitato di riflettere.
Aveva visto la sua vita in retrospettiva e aveva notato che per "l'altro amore" non aveva mai provato quell'intensissimo desiderio di vederlo felice. Non c'entrava con l'incidente, tra l'altro anche l'ex aveva avuto un problema grave di salute. La differenza stava nella vita quotidiana. La gelosia, che lo voleva sempre accanto a sé,  che le faceva mancare l'aria quando anche solo guardava intensamente un'altra persona, o all'idea di poterlo perdere, non le lasciava spazio per il reale, semplice, desiderio di vederlo felice. Anzi. Spesso si era ritrovata a pensare che, anche se lui fosse più felice con un'altra, lei non lo avrebbe lasciato andare. Che doveva stare con lei, e solo con lei. 
Quindi: era preoccupata per la propria ossessione di averlo, non per lui, non per la sua felicità.
Di suo marito invece, la faceva stare male il solo pensiero di vederlo triste o ombroso, se usciva con gli amici e si divertiva ne era realmente soddisfatta. Godeva di un suo sorriso, anche quando non era rivolto a lei. 
Quale dei due questa persona ha amato di più? Questa donna comprese che era la voluttà possessiva che le faceva credere di avere amato di più l'altro. L'intensità della bramosia di averlo. E questo non è amore. Ma desiderio.
L'Amore, quello vero, comporta il disinteresse per sé stessi e il desiderio per la felicità dell'altro. Come nel più sublime degli amori: quello della madre per il figlio. (o così dovrebbe essere n.b)
Ma allora, la gelosia fa parte dell'amore? No, lo ACCOMPAGNA. E spesso lo OFFUSCA. Il possesso nei confronti dell'altro può essere generato anche dai comportamenti del partner, che vanno a toccare la corda della nostra insicurezza. Inconsciamente l'altro può volerci gelosi. Per aumentare la sua, di sicurezza. Allora non cadiamoci: La gelosia indica un legame affettivo, un investimento su di una persona, ed è un indicatore della insicurezza di questo legame, non dell'Amore. 
A volte, il povero amore esiste si, ma è come un fiore sepolto in un mare di fango, che facciamo fatica a vedere. 

martedì 17 settembre 2013

COSA FA IL TERAPEUTA?


ll ruolo del terapeuta non è indicarti la strada percorrere, né tantomeno di percorrerla per te. 
Immagina di camminare su di una strada buia di notte. Non c'è neanche un lampione, e la luna è oscurata dalle nuvole. Sai che la strada è dritta e dove finirà, e che quindi, se continuerai a seguirla arriverai comunque alla fine del percorso. Però non hai idea se esistano scorciatoie, o se ci sono ostacoli che potresti superare, o aggirare. Ogni tanto cadi, ti fai male, a volte di più altre meno. Ti rialzi sempre. A volte stazioni nella buca anche un bel po'.
È possibile che tu non sappia che esiste la possibilità di vederci qualcosa, perché sei abituato a far scegliere al tuo inconscio, ad incespicare per copioni automatici, al buio insomma.
Il ruolo del terapeuta è quello di accendere una luce, a volte una torcia, a volte un bel faro fluo di quelli da fotografo del cinema, nelle migliori delle ipotesi a fare proprio giorno. A quel punto tu, e solo tu, comincerai prima a girare intorno agli ostacoli, poi a saltarli, poi a rimuoverli e dare una pulita alla strada, o magari a divertirtici con gli ostacoli, pensando che ci puoi pure giocare, allenandoti. Comincerai a prendere scorciatoie tra gli alberi, a godere del cammino, ti riposerai guardando l'orizzonte, e  osservando la strada fatta.  Solo con la luce puoi decidere il modo migliore di fare il tuo, personalissimo cammino.
Potresti anche trovare amici sulla stessa strada, che condividono il cammino, e che prima non vedevi semplicemente perché era buio, e camminare mano nella mano.
(foto: Roma, Villa Riccio - D.T)

venerdì 13 settembre 2013

MI SEDUCE E SCAPPA, È NARCISISTA?

Quante storie simili, ma quando ci stiamo dentro la nostra sofferenza sembra più grande di tutte. Conosci un tipo, interessante, brillante, col sorriso aperto, ha sempre la battuta pronta, e quando è in compagnia spesso tiene banco. Ti invita a prendere un drink, poi un altro e finisci a casa sua. Vive da solo, separato da poco, o da molto, chissà. Ti ha sedotto, ma ancora non lo sai. Il giorno dopo chiama, è gentile, dice che ha passato una serata fantastica e ti invita di nuovo. Felice, accetti. Va avanti così per giorni...Magari tu esci da una storia lunga e complicata, oppure è da tempo che sei sola. Hai paura a dirtelo, ma ti sorprendi a pensare che forse è lui quello giusto. Sei proprio cotta a puntino. Dopo una settimana di assidua frequentazione ti lasci andare ad occhiate languide e a frasi tipo: "Sto proprio bene con te", oppure "Quanto tempo che non mi sentivo così" Sorriso di risposta e dolce abbraccio. Poi, il giorno dopo, doccia fredda! Aspetti, non chiama, aspetti ancora, niente. Mandi un messaggio, nessuna risposta. Allora chiami tu, squilla a vuoto. Ti cominci a preoccupare per lui, l'ansia cresce. Quella notte non dormi bene, hai una strana sensazione. Il giorno dopo, se va bene, arriva un laconico messaggino: "Scusami, sono impegnato sul lavoro. Ti chiamo io". COPIONE RIPETITIVO Ti trovi a pensare che cosa hai sbagliato, se avevi capito male, che non è vero che gli interessavi, scartando subito l'ipotesi; era così dolce, impossibile che fingesse. Hai torto? che cosa è successo? Interrogativo che non ti lascia tregua. Oscilli tra rabbia e nostalgia. A seconda di com'è il tuo rapporto con te stesso/a (può succedere anche all'uomo di stare al tuo posto) dai la colpa a lui o a te, in un futuro incerto. La risposta è: Lui (lei) è NARCISISTA. Che cosa vuol dire? Non è uno che si guarda allo specchio e si innamora di se stesso, come spesso di crede. E' una persona con un grande, immenso VUOTO INTERIORE, che lo spinge ad avere sempre bisogno del pubblico, non per piacersi - (già si piace) ma per avere la sensazione di esistere, o le PROVE di esistere. E' qualcuno che non è stato riconosciuto nei suoi BISOGNI FONDAMENTALI nel periodo in cui essi strutturavano il suo senso del Sé. Ha i CONFINI labili, non sa dove finisce se stesso e inizia la sua figura di accudimento (ora la PARTNER). Quindi, la sua paura di essere risucchiato in una SIMBIOSI mortifera, in cui si perderà, lo fa scappare non appena il LEGAME diventa serio. È UNA GIUSTIFICAZIONE? SI E NO. SI, perché non è per cinismo o superficialità che ha avuto quel comportamento. NO, perché si può (e si deve) CHIEDERE AIUO quando si percepisce che il COPIONE si ripete. NOTA: anche la "vittima" ha un tratto psicologico che si incastra perfettamente con questo schema. Nulla è casuale nella psiche umana. E questo SCHEMA, o COPIONE, si può cambiare. NON ESISTONO DESTINI INFELICI, SOLO MANCANZA DI CONOSCENZA DEBORAH TRINCHI (foto:Deborah Trinchi, Venezia 2013)

lunedì 9 settembre 2013

mercoledì 4 settembre 2013

NUOVO INCONTRO COSTELLAZIONI


COSTELLAZIONI FAMILIARI



Le costellazioni familiari offrono l’opportunità di cambiare il proprio destino, condizionato dalle "leggende familiari" e da nodi non immediatamente visibili, originati altrove, nella famiglia di origine, sciogliendoli, attraverso una serie di incontri in un gruppo dove potrai ri-trovare energie e risorse sommerse
Le costellazioni familiari permettono di sciogliere questi nodi, di svelare e sfatare miti, segreti e mandati e riappropriarti della tua vita per perseguire e realizzare i tuoi obiettivi.

Spesso problemi di coppia, crisi familiari, malattie, desiderio di morte, problemi nello studio e/o nel lavoro possono essere dovuti proprio a questi nodi familiari che possono essere portati alla luce attraverso le costellazioni familiari.

Potrai così acquisire quella consapevolezza altrimenti destinata a rimanere e ad agire nell’oscurità e potrai finalmente andare nella vita in modo sereno ed in sintonia con il tutto.


Dott.ssa Rosa Ciniglio tel 340.7343603   . Dott.ssa Deborah Trinchi 339.3495068

martedì 3 settembre 2013

IL TRENO

La vita è come un treno, spesso ci troviamo sopra ma non sappiamo dove ci porterà, né quali fermate faremo.  A volte sembra che giriamo intorno, rincorrendoci, senza trovarci.
Conosci te stesso, insegnava Socrate, la chiave d'oro per capire dove siamo e dove vogliamo andare. un viaggio affascinante e ancor di più se fatto con la Consapevolezza.