L'INVIDIA
“Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?” – “Bella, tu sei bella mia regina, ma al mondo una fanciulla c’è ... ahimé assai più bella di te!”. L’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre, maschi e femmine, in questo caso sappiamo tutti come finisce per la regina. Ma l’invidia ha due facce: sta a noi decidere quale guardare.
“Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?” – “Bella, tu sei bella mia regina, ma al mondo una fanciulla c’è ... ahimé assai più bella di te!”. L’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre, maschi e femmine, in questo caso sappiamo tutti come finisce per la regina. Ma l’invidia ha due facce: sta a noi decidere quale guardare.
Secondo
Karl Abraham, allievo di Freud, "L'invidioso non mostra soltanto
di desiderare quel che l'altro possiede, ma unisce a questo desiderio
impulsi di odio contro il privilegiato". (V. Abraham, 1923)
Dal
latino in-videre,
guardare contro, guardare con ostilità, nella nostra lingua il
significato del termine vive nel risentimento che si prova per la
felicità, il benessere e il successo altrui, sia che ci si consideri
ingiustamente esclusi da tali beni, sia che, già possedendoli, se ne
pretenda il godimento esclusivo.
Spesso
l'invidia è confusa con la gelosia, l'avidità e il rancore, ma è
un'emozione ben precisa. La prova la persona che desidera possedere
ciò che altri hanno e che ritiene per un complesso di fattori di non
poter avere.
L’invidia
è uno dei sette vizi capitali, direttamente contrapposto alla virtù
della carità. L’invidia
nasce dalla relazione, dal confronto con l’altro,
una dinamica sociale importante, poiché è tramite l’altro che
affermiamo noi stessi. Prima di poter desiderare qualcosa che non
abbiamo dobbiamo poterla vedere, è l’altro che fa nascere in noi
il desiderio.
Dopo
esserci confrontati nasce la consapevolezza della nostra mancanza,
ed è da questa constatazione che possono scaturire sentimenti
negativi
verso sé e verso gli altri: senso di inferiorità, inadeguatezza,
frustrazione, impotenza, odio e rabbia per la grandezza dell’altro
che ci schiaccia. E in questo momento non vediamo più le nostre
risorse,
le nostre potenzialità,
le nostre possibilità, ma si pensa solo a svalutare l’altro per
impedire la caduta del proprio valore.
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