domenica 11 maggio 2014

STRATEGIA PER COMUNICARE IN GRUPPO


La comunicazione è tutto. Molto di quello che ci succede ha un effetto se riusciamo a condividerlo. Altrimenti viene usato solo per noi. Per questo ho deciso di scrivere questo piccolo vademecum di semplici regole o strategie che si usano, e possono andare bene, in tutti i gruppi, siano essi di studio, di lavoro, spirituali, o terapeutici.
Le regole di comunicazione servono al fine del raggiungimento dell'obiettivo del gruppo, qualsiasi esso sia.
Chiaramente sono ammesse eccezioni, senza eccessivo disturbo per il fine del gruppo, a patto che queste eccezioni rimangano tali e non diventino la regola.
Nei gruppi grandi, più di 5 elementi, ci dovrebbe sempre essere un moderatore (che puo' essere la stessa persona oppure, ancor meglio, a rotazione), che vigila sulla comunicazione, media sui conflitti di opinione, e contribuisce a portare il gruppo al raggiungimento del suo obiettivo.

Regole per una efficace comunicazione in un gruppo

  1. Sospensione del giudizio
    Il giudizio parte da un moto interno, è quello che ci suggerisce che la nostra opinione è giusta e quella dell'altro sbagliata, oppure che il nostro comportamento è giusto e quello altrui sbagliato. Non c'è niente di male a pensare questo, significa essere sicuri delle proprie opinioni, però, si dovrebbe dare all'altrui pensare quello che si chiama “beneficio del dubbio”; ovvero pensare che, si, si è sicuri di sé, ma c'è sempre la possibilità di stare nell'errore. Mai escludere questa possibilità è segno di maturità intellettiva e morale allo stesso tempo, perché si prende coscienza del proprio essere fallibile, come tutti gli altri, e si perde l'onnipotenza, che rende ottusi. Nella comunicazione di gruppo importante è dare ancora maggior risalto a questo “beneficio del dubbio” internamente, ancor prima che nell'espressione verbale. Quando l'altro esprime un'opinione accoglierla e soppesarla invece di rigettarla immediatamente al mittente. Il proprio disaccordo può essere espresso sempre con la ferma convinzione che l'opinione dell'altro vale per lo meno quanto la nostra, e con la giusta delicatezza, come vorremmo che ci si rivolgesse a noi quando esprimiamo un concetto, un'idea o raccontiamo un'esperienza.
  2. Parlare uno alla volta
    Siamo in Italia, abituati a talk show televisivi in cui la gente si interrompe, si aggredisce e si parla sopra in continuazione, non abbiamo certo grandi esempi. Cerchiamo allora nei gruppi sia di lavoro che di studio, a maggior ragione in gruppi con obiettivi spirituali e di crescita, di non lasciarci trascinare da questi esempi insani. La maturità di aspettare il proprio turno è fondamentale per il buon funzionamento di una qualsiasi comunicazione di gruppo. Un buon metodo è quello di alzare la mano, in modo che il moderatore ci veda, aspettando che l'altro finisca di parlare, per prendere la parola.
  3. Aspettare che l'altro abbia estrinsecato interamente il concetto prima di rispondere, indica rispetto e anche umiltà, non dando per scontato che abbiamo capito ciò che l'altro ci sta dicendo prima ancora che finisca (il che, al contrario indica un certo grado di presunzione).
  4. Feedback: Comunicazione sull'Io e non sul Tu.
    É importante cominciare la comunicazione con frasi tipo “io.... ho l'impressione che......” o “quello che dici mi fa sentire.....” e non con “tu sei.......” o “tu hai fatto....” ecc. Usare il “tu” può etichettare l'altro, farlo sentire accusato, o incasellato dentro una categoria qualsiasi ed offenderlo; aprire il feedback con le proprie impressioni ed emozioni, comunica meglio, in quanto colui che riceve il feedback sa che si tratta di opinioni prettamente personali dell'emittente e non giudicanti o di valutazione generica sul comportamento del ricevente.
  5. Non imporre il proprio punto di vista come l'unico giusto considerando quello degli altri come sbagliato. Come il punto 3, questo non imporre significa avere un certo grado di umiltà, oltre che di educazione, anche se dentro di noi siamo convinti al 99% della nostra opinione. (Non ho scritto al 100% di proposito, perché voglio sperare che chi legge attribuisca almeno un 1% di possibilità di errore alle proprie convinzioni).
  6. Cominciare le frasi elogiando un qualsiasi aspetto della comunicazione o del comportamento dell'altro, anche se siamo in disaccordo con parte del suo contenuto, concentrandoci su alcuni aspetti che invece ci hanno colpito favorevolmente, sempre ce ne sono. Questo atteggiamento favorisce la comunicazione, l'interlocutore si rilassa e si sente accolto, ed è più pronto a ricevere un eventuale parere contrario alla sua opinione, in seguito.