sabato 28 settembre 2013

SOGNO IL FUTURO

   
     
E' notte, tempo di sognare. E io sogno il futuro del mondo. Credo che il prossimo futuro, magari non proprio prossimo, sarà un futuro in cui le religioni, così come le intendiamo noi, non esisteranno più. In cui la fratellanza e l'amore saranno gli unici dogmi esistenti. e in cui il Dio amoroso, sarà pura energia e sapremo tutti che non gliene importerà niente se abbiamo la testa coperta da un velo, se non mangiamo durante un periodo, se non ci inginocchiamo e non raccontiamo i fatti nostri a uno che neanche conosciamo, che ci dice se siamo salvi o meno.
Sono una sognatrice. Ma che sarebbe il mondo senza sogni. Molti sogni di ieri sono realtà di domani

lunedì 23 settembre 2013

I CONFINI - VOCE NARRANTE

Lettera da una paziente....(esente da nomi, date, luoghi)

       "...Ci sono dei momenti in cui non ho voglia di fare l'amore con mio marito. Credo di vergognarmi. Non mi godo il momento, mi chiudo, come se mi stessi osservando dal di fuori, e mi chiedo se è giusto fare tale o tal'altra posizione, se sono sexy. Una voce narrante che osserva, commenta, giudica. Ha una sua opinione sul momento corrente. Questa voce, credo, viene dal bisogno spasmodico di mettere i confini, di tenerlo fuori da me. Ho bisogno di pensarmi mentre mi spoglio per uno sconosciuto per rilassarmi, eccitarmi. Certe volte scompare.Da un po' di tempo. Allora mi godo il momento con tutti i pori del mio corpo. sento che vivo intensamente, sul serio.
... Forse mi estraneo quando mi sento in colpa, per essermi legata, magari solo per aver flirtato, incoraggiato, fantasticato, con un altro uomo. Fughe, ancora fughe. PERCHÉ? ***
Sempre lo stesso motivo. CONFINI. metterli mentalmente dove fisicamente non riesco.
Proteggere un senso di me, mai del tutto definito. Evitare l'incontro troppo intenso dentro al quale mi perderei. Dove sento di spaccarmi in molti pezzi.
La voglio pure ringraziare Doc. Per avermi fatto vedere come si fa. Per avermi amato anche nelle mie ombre. E accettato senza respingermi. Per non avermi schiacciato con i suoi giudizi. 
Sto provando a riattaccare i pezzi di questo guscio d'uovo che è fuori di me e che mi fa sentire intera."




domenica 22 settembre 2013

MI SEDUCE E SCAPPA, PARTE SECONDA

Giorni fa parlavo con un amico, subito dopo aver pubblicato il post sul Narcisismo. Dal suo punto di vista, "maschile e terra terra", come lo ha definito, non sempre qualcuno che ti seduce e scappa è psicologicamente affetto da un qualche disturbo. Magari è uno che vuole solo sesso. Va bene. Allora perché ti inganna per avere solo sesso, raccontandoti, nei fatti o a parole, che sei, o forse sarai, la donna della sua vita? Seguita il mio amico: "Perché se non lo fa magari pensa che non otterrà ciò che vuole" Allora io: "Questo potrebbe non essere vero, magari lo otterrebbe lo stesso, ma il fatto che ti inganna, e che poi ti fa soffrire, e sentirti illuso/a e abbandonato\a, non lo fa star male?" E il mio amico "Forse no, persegue il suo obiettivo, forse è solo uno un po' stronzo".
...
Uno un po' stronzo?
Rifletto, e considero che uno "un po' stronzo" in psicologia non vuole dire molto.
Uno un po' stronzo finisce con il farsi male, e la sua parte sadica la punta dritta verso sé stesso, fino a diventare masochista. E, spesso, non se ne accorge nemmeno. Per anni.
Dire "un po' stronzo" è una grande semplificazione, che non può convincere noi terapeuti. Dietro nasconde solo una grande rabbia, che quando non riesce a percepire, o a sfogare sui veri destinatari, la trasmette, o proietta, verso altri, simili a questi per ruolo, o per caratteristica.
Uno "un po' stronzo" è una persona che se la guardi bene dentro gli occhi e gli chiedi, "Ma tu, sei felice?" , schiva lo sguardo imbarazzato, sorride con un ghigno e risponde "Ma che razza di domande fai".
Già perché forse questa domanda, quello "un po' stronzo" non se l'è mai veramente posta. Altrimenti non se ne andrebbe in giro lastricando il cammino di altri di pietre, sulle quali, forse, anche lui più tardi inciamperà.
La vita non fa sconti, è come la casa, che nasconde ma non ruba. Presto o tardi ti rende, con frutti, ciò che semini.
Questo un po' stronzo qui, potrebbe trovare le vere ragioni per il suo cinismo, magari radicato chissà dove, e cominciare a gettare fiori sulla strada propria e altrui. e cominciare a raccogliere frutti profumati e succosi.
Ma, direte voi, non esistono quelli che per natura sono più insensibili di altri?
Certo esistono, la vita segue le leggi di causa - effetto. Magari la cattiveria è un effetto.
Buona notte
Deb

mercoledì 18 settembre 2013

LA GELOSIA FA PARTE DELL'AMORE?

Tempo fa una persona mi ha detto che era sicura di aver amato un uomo più delle sua vita, prima di allora non aveva mai provato gelosia per nessuno, mentre per lui ne era divorata. Quindi si era convinta che prima di lui non aveva mai amato nessuno. Bene. Si lasciano, passa del tempo e lei si sposa, vuole molto bene al marito ma a volte si soprende a pensare che "l'altro amore" come lo chiama, era più forte, più passionale. Del marito, difatti, pure essendone molto attratta, non è particolarmente gelosa.
Sarà vero? Possiamo basare l'intensità dell'amore sulla gelosia? O ci sono altri fattori?
La stessa persona la rincontro tempo dopo. Mi dice che suo marito aveva avuto un incidente, e lei aveva temuto per la sua vita. Oggi sta bene, ma in quel frangente le era capitato di riflettere.
Aveva visto la sua vita in retrospettiva e aveva notato che per "l'altro amore" non aveva mai provato quell'intensissimo desiderio di vederlo felice. Non c'entrava con l'incidente, tra l'altro anche l'ex aveva avuto un problema grave di salute. La differenza stava nella vita quotidiana. La gelosia, che lo voleva sempre accanto a sé,  che le faceva mancare l'aria quando anche solo guardava intensamente un'altra persona, o all'idea di poterlo perdere, non le lasciava spazio per il reale, semplice, desiderio di vederlo felice. Anzi. Spesso si era ritrovata a pensare che, anche se lui fosse più felice con un'altra, lei non lo avrebbe lasciato andare. Che doveva stare con lei, e solo con lei. 
Quindi: era preoccupata per la propria ossessione di averlo, non per lui, non per la sua felicità.
Di suo marito invece, la faceva stare male il solo pensiero di vederlo triste o ombroso, se usciva con gli amici e si divertiva ne era realmente soddisfatta. Godeva di un suo sorriso, anche quando non era rivolto a lei. 
Quale dei due questa persona ha amato di più? Questa donna comprese che era la voluttà possessiva che le faceva credere di avere amato di più l'altro. L'intensità della bramosia di averlo. E questo non è amore. Ma desiderio.
L'Amore, quello vero, comporta il disinteresse per sé stessi e il desiderio per la felicità dell'altro. Come nel più sublime degli amori: quello della madre per il figlio. (o così dovrebbe essere n.b)
Ma allora, la gelosia fa parte dell'amore? No, lo ACCOMPAGNA. E spesso lo OFFUSCA. Il possesso nei confronti dell'altro può essere generato anche dai comportamenti del partner, che vanno a toccare la corda della nostra insicurezza. Inconsciamente l'altro può volerci gelosi. Per aumentare la sua, di sicurezza. Allora non cadiamoci: La gelosia indica un legame affettivo, un investimento su di una persona, ed è un indicatore della insicurezza di questo legame, non dell'Amore. 
A volte, il povero amore esiste si, ma è come un fiore sepolto in un mare di fango, che facciamo fatica a vedere. 

martedì 17 settembre 2013

COSA FA IL TERAPEUTA?


ll ruolo del terapeuta non è indicarti la strada percorrere, né tantomeno di percorrerla per te. 
Immagina di camminare su di una strada buia di notte. Non c'è neanche un lampione, e la luna è oscurata dalle nuvole. Sai che la strada è dritta e dove finirà, e che quindi, se continuerai a seguirla arriverai comunque alla fine del percorso. Però non hai idea se esistano scorciatoie, o se ci sono ostacoli che potresti superare, o aggirare. Ogni tanto cadi, ti fai male, a volte di più altre meno. Ti rialzi sempre. A volte stazioni nella buca anche un bel po'.
È possibile che tu non sappia che esiste la possibilità di vederci qualcosa, perché sei abituato a far scegliere al tuo inconscio, ad incespicare per copioni automatici, al buio insomma.
Il ruolo del terapeuta è quello di accendere una luce, a volte una torcia, a volte un bel faro fluo di quelli da fotografo del cinema, nelle migliori delle ipotesi a fare proprio giorno. A quel punto tu, e solo tu, comincerai prima a girare intorno agli ostacoli, poi a saltarli, poi a rimuoverli e dare una pulita alla strada, o magari a divertirtici con gli ostacoli, pensando che ci puoi pure giocare, allenandoti. Comincerai a prendere scorciatoie tra gli alberi, a godere del cammino, ti riposerai guardando l'orizzonte, e  osservando la strada fatta.  Solo con la luce puoi decidere il modo migliore di fare il tuo, personalissimo cammino.
Potresti anche trovare amici sulla stessa strada, che condividono il cammino, e che prima non vedevi semplicemente perché era buio, e camminare mano nella mano.
(foto: Roma, Villa Riccio - D.T)

venerdì 13 settembre 2013

MI SEDUCE E SCAPPA, È NARCISISTA?

Quante storie simili, ma quando ci stiamo dentro la nostra sofferenza sembra più grande di tutte. Conosci un tipo, interessante, brillante, col sorriso aperto, ha sempre la battuta pronta, e quando è in compagnia spesso tiene banco. Ti invita a prendere un drink, poi un altro e finisci a casa sua. Vive da solo, separato da poco, o da molto, chissà. Ti ha sedotto, ma ancora non lo sai. Il giorno dopo chiama, è gentile, dice che ha passato una serata fantastica e ti invita di nuovo. Felice, accetti. Va avanti così per giorni...Magari tu esci da una storia lunga e complicata, oppure è da tempo che sei sola. Hai paura a dirtelo, ma ti sorprendi a pensare che forse è lui quello giusto. Sei proprio cotta a puntino. Dopo una settimana di assidua frequentazione ti lasci andare ad occhiate languide e a frasi tipo: "Sto proprio bene con te", oppure "Quanto tempo che non mi sentivo così" Sorriso di risposta e dolce abbraccio. Poi, il giorno dopo, doccia fredda! Aspetti, non chiama, aspetti ancora, niente. Mandi un messaggio, nessuna risposta. Allora chiami tu, squilla a vuoto. Ti cominci a preoccupare per lui, l'ansia cresce. Quella notte non dormi bene, hai una strana sensazione. Il giorno dopo, se va bene, arriva un laconico messaggino: "Scusami, sono impegnato sul lavoro. Ti chiamo io". COPIONE RIPETITIVO Ti trovi a pensare che cosa hai sbagliato, se avevi capito male, che non è vero che gli interessavi, scartando subito l'ipotesi; era così dolce, impossibile che fingesse. Hai torto? che cosa è successo? Interrogativo che non ti lascia tregua. Oscilli tra rabbia e nostalgia. A seconda di com'è il tuo rapporto con te stesso/a (può succedere anche all'uomo di stare al tuo posto) dai la colpa a lui o a te, in un futuro incerto. La risposta è: Lui (lei) è NARCISISTA. Che cosa vuol dire? Non è uno che si guarda allo specchio e si innamora di se stesso, come spesso di crede. E' una persona con un grande, immenso VUOTO INTERIORE, che lo spinge ad avere sempre bisogno del pubblico, non per piacersi - (già si piace) ma per avere la sensazione di esistere, o le PROVE di esistere. E' qualcuno che non è stato riconosciuto nei suoi BISOGNI FONDAMENTALI nel periodo in cui essi strutturavano il suo senso del Sé. Ha i CONFINI labili, non sa dove finisce se stesso e inizia la sua figura di accudimento (ora la PARTNER). Quindi, la sua paura di essere risucchiato in una SIMBIOSI mortifera, in cui si perderà, lo fa scappare non appena il LEGAME diventa serio. È UNA GIUSTIFICAZIONE? SI E NO. SI, perché non è per cinismo o superficialità che ha avuto quel comportamento. NO, perché si può (e si deve) CHIEDERE AIUO quando si percepisce che il COPIONE si ripete. NOTA: anche la "vittima" ha un tratto psicologico che si incastra perfettamente con questo schema. Nulla è casuale nella psiche umana. E questo SCHEMA, o COPIONE, si può cambiare. NON ESISTONO DESTINI INFELICI, SOLO MANCANZA DI CONOSCENZA DEBORAH TRINCHI (foto:Deborah Trinchi, Venezia 2013)

lunedì 9 settembre 2013

mercoledì 4 settembre 2013

NUOVO INCONTRO COSTELLAZIONI


COSTELLAZIONI FAMILIARI



Le costellazioni familiari offrono l’opportunità di cambiare il proprio destino, condizionato dalle "leggende familiari" e da nodi non immediatamente visibili, originati altrove, nella famiglia di origine, sciogliendoli, attraverso una serie di incontri in un gruppo dove potrai ri-trovare energie e risorse sommerse
Le costellazioni familiari permettono di sciogliere questi nodi, di svelare e sfatare miti, segreti e mandati e riappropriarti della tua vita per perseguire e realizzare i tuoi obiettivi.

Spesso problemi di coppia, crisi familiari, malattie, desiderio di morte, problemi nello studio e/o nel lavoro possono essere dovuti proprio a questi nodi familiari che possono essere portati alla luce attraverso le costellazioni familiari.

Potrai così acquisire quella consapevolezza altrimenti destinata a rimanere e ad agire nell’oscurità e potrai finalmente andare nella vita in modo sereno ed in sintonia con il tutto.


Dott.ssa Rosa Ciniglio tel 340.7343603   . Dott.ssa Deborah Trinchi 339.3495068

martedì 3 settembre 2013

IL TRENO

La vita è come un treno, spesso ci troviamo sopra ma non sappiamo dove ci porterà, né quali fermate faremo.  A volte sembra che giriamo intorno, rincorrendoci, senza trovarci.
Conosci te stesso, insegnava Socrate, la chiave d'oro per capire dove siamo e dove vogliamo andare. un viaggio affascinante e ancor di più se fatto con la Consapevolezza.